Come funziona il diritto di recesso da un finanziamento e cosa dice la legge in merito: tutto quello che c’è da sapere.
I finanziamenti, non tutti lo sanno, hanno un codice da rispettare. Il più delle volte, infatti, è previsto una possibilità di recesso a favore dell’acquirente. La domanda che molti si pongono è la seguente: quanto tempo si ha a disposizione per poter recedere un contratto? Ovviamente non è semplice rispondere perché il venditore in questo caso si affida a società terze di finanziamento.
Proviamo a fare un esempio, quando il contratto si conclude per un’attività commerciale, la questione del recesso non vale solo per il contratto, ma anche per la rateizzazione. Cosa significa tutto questo? Che il pagamento in ogni caso è dovuto. Ovviamente, però, è bene procedere con cautela e capire come funziona il diritto di recesso.
Quanto tempo si ha a disposizione per recedere da un finanziamento? Questa è la domanda che molti si pongono. Nello specifico, si tratta di quei finanziamenti fatti presso uno studio, una catena commerciale o un negozio. Iniziamo subito dicendo che il diritto di recesso é regolamentato dal Codice del Consumo e dal Testo unico Bancario, noto come TUB.
In realtà è bene specificare che non esiste un termine unico e uguale per tutti, ma esistono diversi casi, ma di quali si tratta? Questi alcuni esempi che troviamo:
– contratto di credito a tempo indeterminato, dobbiamo fare riferimento all’articolo 125-quater del TUB, secondo ci il consumatore ha il diritto di recedere quando vuole senza andare a parare in penalità e senza dover affrontare spese, ma è doveroso dare un preavviso di circa un mese. Per quanto riguarda, invece, il finanziatore può scegliere di recedere, ma con un preavviso che deve essere almeno di due mesi.
– Contratto di credito a tempo determinato, in questo caso l’articolo 125-Tre del TUB consente al consumatore di poter recedere dal contratto di credito entro 14 giorni dalla fine della stipula del contratto o in alternativa dal momento in cui sono state definite le condizioni e le informazioni. Cosa accade? Il consumatore deve provvedere alla restituzione del capitale. Inoltre, deve anche pagare gli interessi che sino a quel momento sono stati maturati.
Scopriamo quali sono gli altri casi di recessione del contratto finanziario, previste dalla legge:
– Passiamo adesso ai contratti negoziati fuori dai locali commerciali o a distanza, in questo caso il codice del Consumo, stabilisce un periodo di recesso di 14 giorni, non è necessario fornire nessuna spiegazione e senza dover pagare costi aggiuntivi, a meno che non siano stati specificati prima.
– Troviamo adesso il recesso per giusta causa, di cosa si tratta? Ci sono casi, come previsto dall’articolo 1845 del Codice civile, dove la banca può scegliere di recedere da un contratto di apertura di credito per giusta causa, appunto. In questo caso, verrà concesso un termine di minimo 15 giorni per la restituzione del denaro già utilizzato. Quando avviene tutto questo? Quando non ci sono gli estremi per potersi fidare del cliente e, di conseguenza, si decide di stoppare l’accordo.
– Concludiamo, con il finanziamento presso uno studio, un negozio o una catena commerciale. In questo caso è possibile recedere dal contratto entro 14 giorni dalla stipula del contratto. Attenzione, però, il consumatore non avrà consenso di recedere all’acquisto. Di conseguenza il diritto di recesso lo si ha solo per il finanziamento, in sintesi non potrà più sfruttare la rateizzazione.
Questi sono i casi nei quali si può recedere da un contratto. In ogni caso, prima della stipula, è opportuno chiedere quante più informazioni possibili, così da poter evitare spiacevoli inconvenienti dopo anni o, addirittura, dopo pochi giorni.
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