Il nuovo Codice della strada introduce significativi cambiamenti per quanto riguarda i ricorsi autovelox: ecco cosa prevede la legge
Le violazioni del Codice della strada, laddove il nuovo documento redatto dal ministero dei Trasporti dovesse entrare in vigore, porterebbero andare incontro a significativi cambiamenti.
La riforma del codice stradale, stando a quanto si apprende, approderà in aula attorno alla metà di novembre per essere approvata dal Senato. L’iter di approvazione, che comprende anche la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale e la cosiddetta vacatio legis di 15 giorni per consentire a tutti di informarsi sulle norme, potrebbe giungere a conclusione entro metà dicembre.
Ebbene, tra le tante innovazioni apportate dal regolamento ce ne sarebbe una che farà sicuramente gola agli automobilisti. Recentemente, peraltro, la Corte di Cassazione si è espressa in un provvedimento di rilievo che anticipa ciò che potremmo trovare all’interno del Codice della strada. Di cosa si tratta? Scopriamolo insieme.
Nel nuovo Codice della strada, non solo novità importanti che riguardano tutti coloro che si muovono in bicicletta. Una recente sentenza della Corte di Cassazione, infatti, ha emesso un provvedimento che sovverte quanto contenuto nell’articolo 126 bis, che punisce con decurtazione di punti della patente coloro che non rendono noti, entro 60 dalla commissione di una violazione, dati personali e della patente di guida.
La Corte, in questo particolare frangente, ha emesso una sentenza che va a favore dell’automobilista sanzionato per aver superato i limiti di velocità. Quest’ultimo, dal canto suo, aveva fatto ricorso presso il giudice di Pace presentando ben undici verbali emessi a seguito della violazione del suddetto articolo.
Il giudice, dapprima, ha stabilito il rigetto parziale del ricorso, riducendo la sanzione amministrativa pecuniaria. A seguito di ciò, l’automobilista ha fatto ricorso in Cassazione. La quale, nell’ordinanza n. 26555 del 2024, ha chiarito che la violazione sussiste solo al termine del giudizio di opposizione contro il verbale di contestazione della violazione del Codice della strada.
Cosa significa? Che il proprietario della vettura non ha nessun obbligo di presentare documenti e dichiarare l’identità di chi guidava la vettura al momento dell’infrazione. Ora la domanda che ti starai ponendo è: in che modo questa sentenza della Suprema Corte cambia le carte in tavola?
Cosa cambia, dunque, di fronte a quanto recentemente stabilito dal nuovo Codice della strada? Che, di fatto, l’obbligo per il proprietario della vettura di comunicare i propri dati scatta solo nella misura in cui il ricorso non si risolva favorevolmente per lui.
Nello specifico: se il ricorso ha esito favorevole, e dunque il presupposto della violazione viene meno, l’automobilista non è tenuto a comunicare i propri dati, a fronte dell’annullamento del verbale. Viceversa, se il ricorso dovesse rivelarsi di esito sfavorevole, la polizia dovrà nuovamente invitare l’automobilista a comunicare, entro 60 giorni, tutte le informazioni alle quali accennavamo poc’anzi.
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