La Gilera Rondine 500 è un mito senza tempo tutto da conoscere: ecco quali sono la storia e le caratteristiche di questo iconico modello a due ruote.
Carlo Giannini e Pietro Remor erano solo dei giovani ingegneri alle prime armi quando progettarono un 4 cilindri fronte-marcia trasversale di 500 cc da montare su una motocicletta. La loro intuizioni dei primi decenni del Novecento diede vita alla Gilera Rondine 500, l’ultimo nome del progetto creato come CNA Rondine. L’ardito progetto motoristico nacque a Roma tra la fine del 1922 e l’inizio del 1923.
I due ingegneri avevano montato su una motocicletta l’attuale motore di una Yamaha R1 o Honda CBR odierne. Da quella idea derivano le MV Agusta e Kawasaki z degli anni Settanta, entrambe basate sull’architettura motoristica progettata nella piccola officina romana degli anni Venti del XX secolo. Ma quali sono le caratteristiche di quello che è a tutti gli effetti è diventato uno dei modelli a due ruote più iconici? Ecco qualche curiosità sulla Gilera Rondine 500.
Curiosità e informazioni sull’iconica motocicletta Rondine 500
Il progetto di Carlo Giannini e Pietro Remor richiese un finanziamento economico da parte del conte Bonmartini, fondatore della CNA (Compagnia Nazionale Aereonautica).Giannini, Remor e Bonmartini fondarono l’azienda OPRA con l’intento di produrre il motore da 32 CV a 6.500 giri al minuto e venderlo in licenza alle case motociclistiche e automobilistiche. La OPRA, però, non riuscì a rimanere sul mercato e chiuse. A questo punto, però, la storia del motore progettato dai due ingegneri entra nella storia bellica dell’Italia.
Durante la campagna in Libia il governatore Balbo, competitor nell’agone politico di Bonmartini, organizza il GP motociclistico di Tripoli. E così nel 1935 il conte Bonmartini decide di far gareggiare le moto con il motore progettato dagli ingegneri. Le Rondine erano dotate di compressore volumetrico, dall’incredibile potenza di 87 cv a 9000 giri, capaci di primeggiare sulle Moto Guzzi e Norton. Ed è proprio a bordo di una Rondine che viene battuto il record sul chilometro: il pilota Piero Taruffi raggiunge i 244,316 km/h in soli 14 secondi e 72 centesimi.
La storia del motore di Remor e Giannini passato alla Gilera
Nonostante il successo, il progetto delle Rondine viene svenduto. Ad aggiudicarselo è la casa motociclistica Gilera. La CNA Rondine 500 cambia così il nome in Gilera 500 Rondine. Ed è a questo punto che la storia del motore di Remor e Giannini si intreccia alla storia della casa motociclistica di Giuseppe Gilera. Gilera, abilissimo meccanico figlio di contadini della provincia di Lodi, è riuscito a trasformare la sua piccola bottega artigiana di riparazione e produzione di motocicli in un marchio motociclistico italiano che a un oltre un secolo di distanza è ancora importantissimo. Nel Registro Storico Gilera, è menzionata ancora oggi l’importanza dell’iconica motocicletta Rondine.
Potenziata da Gilera, la Rondine conquista il record mondiale di velocità grazie ancora una volta a Taruffi che nel 1937 raggiunge i 274.181 km/h. Sui campi di gara del nuovo moto mondiale, la Rondine si aggiudica dal 1950 al 1957 ben sei titoli e cinque titoli costruttori nella classe 500 e un titolo costruttori nella classe 350. Remor portò, poi, il motore sulle MV Augusta, che spadroneggeranno nelle corse fino alla fine degli anni Settanta del Novecento. Ripreso dai giapponesi di Honda e Kawasaki, il motore ha proseguito la sua storia fino ad oggi.